Definita la suora del perdono Sr Antonietta Farani ha vissuto la sua esistenza nel segno di un amore totale, gratuito ed entusiasta.
Prima figlia di una coppia di italiani – Giuseppe Farani e Raffaella Milito oriundi di Sapri – emigrati in Brasile nacque a Curitiba il 29 luglio 1906 ricevendo il nome di Maria Concetta.
Visse una fanciullezza serena e agiata fino ai 6 anni di età, quando una malattia fulminea le rapì il papà, titolare di un commercio ben avviato. Gli zii paterni, con la complicità di avvocati consenzienti ingannarono la vedova che attendeva il quarto figlio e la costrinsero a vivere in miseria. A Maria Concetta si era aggiunta la sorella Rosa, il fratellino Giovannino, Giuseppina nata pochi mesi dopo la morte del papà.
Maria Concetta fu il sostegno della madre. All’ingiustizia subita si aggiunse per Raffaella l’impedimento di accesso alla scuola per i figli, la scarsità di mezzi materiali, la diffamazione del nome del marito, l’abbandono degli amici. Difficile perdonare.
Qualche anno dopo, la cognata Angelica, rosa dal rimorso bussò alla porta della povera casa e chiese perdono per il male fatto. Raffaella non fu capace di perdonare e si limitò a dire: Dio ti perdoni per il male fatto ai figli di tuo fratello.
Questo fatto colpì M. Concetta che si chiedeva come fosse possibile accostarsi all’eucaristia e non perdonare. Lei era già un’adolescente. Capì che se voleva comunicare al corpo offeso e donato di Cristo doveva agire come Lui. Un giorno ripercorse strade da anni divise, entrò nella casa degli zii Angelica e Nicolino e donò loro il suo perdono. Tornando a casa, alla madre reticente disse: Mamma, oggi ho sperimentato il Paradiso, il Paradiso del perdono. Fu una scelta di vita decisiva e totale che determinò sempre il suo stile di vita, fino al suo ingresso nella Congregazione delle Suore Passioniste di S. Paolo della Croce a S. Paulo (Brasile).
Assunse il nome di Sr. Antonietta di S. Michele Arcangelo.
Nella Congregazione essa amò e donò tutta se stessa senza risparmio. Essa ebbe modo di servire il corpo adorabile del Signore nei poveri, nei moribondi e addirittura i morti abbandonati che lei vegliava da sola prima della sepoltura; lo servì nelle ragazze della rieducazione, nella scuola, nella catechesi, nelle sorelle della comunità. In tutti essa contemplava il volto del suo Gesù eucaristico e crocifisso. Con lui voleva condividere tutti gli oltraggi, tutte le sofferenze fino alla consumazione dei secoli, per il bene e la santità dell’umanità.
Sr. Antonietta Farani morì il 7 maggio del 1963.