Gesù Crocifisso per me… io passionista per lui.

(1863 – 1946)

Guidò per 50 anni la Congregazione, favorendone lo sviluppo in Italia e aprendosi alla chiamata profetica della fondazione in Brasile. Dalla Croce apprese in modo singolare l’umiltà e la povertà e a queste aggiunse una carità evangelica che versò sulle suore, sulle bambine, sul popolo. Al suo funerale, la bara portata a spalla dagli abitanti di Signa, fece il giro del paese.

Italia Michelagnoli, la futura Sr Angelica, vive la sua intera esistenza a Signa, dove nasce il 30 giugno 1862, prima nella famiglia poi come Suora Passionista. A 17 anni lascia con decisione le agiatezze della famiglia, che la ama teneramente, e si unisce al piccolo gruppo delle Suore Passioniste, che da pochi anni hanno ridato vita a quello che era il ritiro delle Ancille.

Sotto la direzione di Mons. Fiammetti, assimila pian piano il carisma e la spiritualità dell’Istituto, conformando la sua esistenza ad imitazione del Signore Crocifisso e donandosi senza riserve all’opera delle bambine, giovani ragazze e donne che vengono affidate dal Ministero di Grazia e Giustizia perché provenienti da famiglie e situazioni disgreganti.

Nel 1896, alla morte di Sr Pia, viene eletta Superiora Generale: ha solo 33 anni. Il nuovo incarico non la distoglie dal praticare le virtù dell’umiltà e della povertà, anzi, la porta ad intensificarle, dovendo trascinare anche le Sorelle con il suo esempio. Si mette a servizio della comunità, impegnandosi a leggere profeticamente la volontà di Dio, con un orecchio teso al Signore e l’altro alla storia, per cogliervi sempre opportunità nuove di espansione della Congregazione e di servizio ai poveri.

È con questa volontà che apre le porte dell’Istituto al mondo: nel 1919 vede partire le prime Suore per la fondazione brasiliana, seguendola a distanza e affrontando viaggi difficili e pericolosi per quel tempo; nello stesso tempo si adopera per la diffusione della Congregazione in Italia.
Instancabile, si adopera anche per il riconoscimento definitivo da parte della S. Sede: nel 1939 le Costituzioni vengono approvate definitivamente, cosa che dà stabilità e universalità alla Congregazione.
La sua vita continua fino alla fine nella pratica della preghiera, dell’unione con Dio, dell’esercizio dell’umiltà e, soprattutto, nell’educazione delle sue amate bambine: preferiva le più difficili e ribelli, perché in esse vedeva l’immagine di Gesù; raccomandava: “Vi stiano a cuore tutte le bambine, ma in modo particolare le più birichine e le più infelici; vigilatele con amore e assiduità, affinché il demonio non lavori nelle loro anime”.
Consumata dalla carità e dalle fatiche, torna alla Casa del Padre il 26 marzo 1946: la Congregazione conta 26 case in Italia e 8 in Brasile.

(Come hanno testimoniato, pp. 149-173).

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