Un’immensa energia per i “poveri e i lontani dal Regno”

(1903 – 1969)

Donna dotata di molti doni di intelligenza, sensibilità e cultura, entra dapprima nel Monastero Passionista di Mamers (Francia), dove vive intensamente la sua vita di passionista claustrale. Ne esce dopo 34 anni, chiamata a fondare le Suore Passioniste Apostoliche, che si dedicano alla pastorale nelle zone rurali. Prima della sua morte, nel 1969, chiede ed ottiene la fusione con la Congregazione delle Suore Passioniste di San Paolo della Croce.

Giovanna Giuseppa Cousyn nasce a Lorient (Francia) il 17 gennaio 1903 da una famiglia benestante e colta, che la educa al senso del bello e dell’arte. La madre, profondamente religiosa e sensibile, le comunica una fede grande ed una spiritualità solida, formata dalla preghiera e dall’offerta; la comunione tra madre e figlia è profonda non solo nell’affetto filiale ma anche nell’impegno spirituale.
Diventata insegnante a soli 16 anni, possiede una personalità brillante, capace di avvicinare e attirare, dote che lei usa solo per fare il bene. Insegna per alcuni anni in un prestigioso collegio di Parigi, mentre nel tempo libero perfeziona la sua formazione musicale presso un monastero di Benedettine.
La sua vocazione religiosa, fiorita negli anni dell’adolescenza, matura verso i 18 anni e, in seguito all’incontro con un Passionista, comprende di essere chiamata alla vita claustrale in un monastero di Monache Passioniste. Per chi conosce il suo temperamento vivace e la capacità di donarsi nell’apostolato, l’ansia di servire i poveri e la sua già sperimentata donazione a loro, la scelta non è comprensibile, ma ella sa di rispondere ad una chiamata divina. L’accompagna in monastero la mamma che, lasciandola sulla porta della clausura le lascia un’unica raccomandazione: “Sii piccola“. Il 9 luglio 1925 veste l’abito passionista e riceve il nome di Madre Maria Giuseppa di Gesù. Il cammino che le si apre davanti è duro e segnato da prove interiori ed esterne, ma lei si lascia plasmare dalla grazia, che la conduce a dominare e controllare il suo carattere esuberante. Le sorelle conoscono l’intensità della sua vita interiore e le affidano incarichi di responsabilità, tra cui, per più di 15 anni, quello di Maestra delle Novizie. Il caso di alcune giovani che non riescono a reggere alla vita di clausura per motivi di salute, ma che desiderano essere passioniste svela un altro progetto di vita per Madre Giuseppa; in un primo momento le sostiene nel loro orientamento a servire i poveri e ad evangelizzare le zone di campagna, poi lascia il Monastero per unirsi a loro e dirigere il piccolo gruppo, che diventa una nuova fondazione: Suore Passioniste Apostoliche. In questa nuova fase della sua vita si dona senza sosta nell’apostolato rurale e nel sostegno alle sue figlie, che però restano sempre un piccolo gruppo. Vivono in una grande povertà ed esercitano un apostolato intensissimo tra i poveri delle campagne, esprimendo una forma di vita religiosa nuova per quei tempi. Si ammala gravemente e, preoccupata per il futuro delle sue figlie, come le Suore Missionarie della S. Croce del Belgio, chiede la fusione con le Suore Passioniste di San Paolo della Croce. Nel 1968 si reca a Roma, dove incontra Madre Tomazina, allora Superiora Generale, e torna in Francia confortata ma distrutta fisicamente. Il 26 dicembre, mentre è in clinica in stato grave, riceve la notizia dell’avvenuta fusione con le Suore Passioniste. Muore santamente alcuni giorni dopo, il 1 gennaio 1969.

(Come hanno testimoniato, pp. 357-383).

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