San Paolo della Croce

Personalità ricca e poliedrica Paolo della Croce racchiude nella sua esperienza la mistica e l’ascetica, la contemplazione ed un apostolato attivissimo, la direzione di anime e la vicinanza dei deboli e degli emarginati del suo tempo, la ricerca della più alta solitudine e la ricchezza della vita comunitaria. Uomo infaticabile trovò nella passione di Cristo la radice ed il fine della sua intera esistenza e la annunciò come l’opera più grande dell’amore divino.

S. Paolo della Croce nacque a Ovada il 3 gennaio 1694 e gli vennero posti i nomi di Francesco Paolo (o Paolo Francesco). Fin da ragazzo manifestò sempre una spiccata sensibilità spirituale: dedicava molto tempo alla preghiera, partecipava ogni giorno alla messa, si accostava spesso ai sacramenti, attendeva ai suoi doveri di studente e dedicava i suoi ritagli di tempo libero alla lettura e alla visita alle chiese dove trascorreva parecchio tempo in adorazione prima di ricevere l’eucaristia, nei confronti della quale serbava un’ardente devozione.

Nel 1713, secondo la tradizione, un “intervento della grazia” avrebbe operato la sua conversione spirituale. Durante la sua prima giovinezza rinunciò a un matrimonio vantaggioso e a una cospicua eredità lasciatagli da un suo zio sacerdote. Tenne per sé solamente il libro della Liturgia delle Ore.

Nel 1720 si sentì ispirato a fondare l’Istituto Missionario dei Passionisti. Egli stesso scrisse: «In questo tempo mi vidi in spirito vestito di nero sino a terra, con una croce bianca in petto e sotto la croce il nome SS. di Gesù in lettere bianche.»

In un’altra visione vide Maria porgergli la tunica nera “in memoria della passione del suo Divin Figlio”.

Nel 1721, rivestito di una tunica nera dal vescovo di Alessandria, suo padre spirituale, portando l’emblema della passione di Gesù, scalzo e a capo scoperto, si ritirò in un’angusta cella dietro la chiesa dei Santi Carlo ed Anna in Castellazzo Bormida. In questa cella trascorse tutto l’inverno 1721-1722, vi stese la Regola della nuova congregazione sulla base delle indicazioni che avrebbe ricevute in una visione, come riporta nell’introduzione alla copia originale della Regola stessa.

Il 7 giugno 1727 papa Benedetto XIII lo ordinò sacerdote nella basilica di San Pietro.
Viaggiando da Genova verso Roma, in una sosta forzata della nave all’Argentario, egli fu attratto dalla bellezza del monte e sentì nel suo cuore che Maria lo invitava a stabilirvi la sua dimora. Infatti la Casa madre della Congregazione dei Passionisti si trova all’Argentario. Dal monte Paolo della Croce impegnò la sua lunga vita per l’evangelizzazione del popolo, soprattutto per mezzo delle missioni popolari, la direzione spirituale e le fatiche per la fondazione e la stabilità della sua Congregazione.

L’immagine del monte dove venne chiamato per fare compagnia alla solitudine di Maria Addolorata esprime molto bene il carisma di questo grande mistico e apostolo del ‘700: la passione di Gesù come segno dell’immenso amore di Dio per l’umanità, il dono di un padre amorevole e tenero per la sua creatura ribelle, un invito costante di Dio misericordia che vuole l’umanità santa. Un paradosso, una follia: Dio sembra aver bisogno dell’amore dell’essere che egli ha creato a sua immagine e somiglianza.
Arricchito da molti doni mistici Paolo della Croce ha segnato il suo secolo con l’annuncio e la testimonianza di vita interamente offerta a Dio e ai suoi fratelli di ogni ceto sociale: dai banditi della maremma toscana ai nobili dei palazzi Romani con l’unico scopo di far loro scoprire la ricchezza e la profondità inesprimibile nascoste nella passione del Crocifisso.

Il 3 maggio 1771 Paolo, con la collaborazione della venerabile madre Crocifissa Costantini, fondò le Claustrali Passioniste.

Lungo il corso della storia a lui si ispirarono diversi istituti femminili, laici di ogni estrazione sociale, umili e ricchi, semplici e intellettuali.

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